Aldo Agostinelli

Blockchain, cos’è e come funziona. Ecco un paradosso: una tecnologia nata per superare definitivamente il concetto di banca, quale istituto di credito e scambio economico, adottata invece da quello stesso “nemico” che intendeva abbattere. La blockchain, la creazione del fantomatico Satoshi Nakamoto, pseudonimo dietro cui si cela una persona o un gruppo, sulla cui vera identità si moltiplicano da anni speculazioni e ipotesi di ogni tipo, piace molto al fronte da sconfiggere.

Al punto che anche Borsa Italiana e London Stock Exchange Group, insieme a IBM, stanno lavorando a una soluzione basata proprio sulla blockchain, per digitalizzare l’emissione dei titoli di piccole e medie imprese e Goldman Sachs vi ha investito 50 milioni di dollari per cercare di ridurre costi e intermediari (LSEG con IBM per lo sviluppo di una soluzione basata su tecnologia blockchain). Read it in English.

Nonostante ciò, però, chi guida i vari business in giro per il mondo, spesso non è ancora in grado di fornire risposte adeguate in merito a questa tecnologia. Eppure si dovrebbero avere chiare almeno sei nozioni base. In primo luogo cos’è la blockchain. Semplificando al massimo, la blockchain è una tecnologia che si basa su un meccanismo di consenso distribuito unito alla crittografia, per fornire un registro verificato, verificabile e inalterabile di transazioni sicure.

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Blockchain e Bitcoin non sono la stessa cosa: la prima, appunto, è una tecnologia, i secondi, invece, sono una delle applicazioni che la utilizzano. I Bitcoin rappresentano una criptovaluta ma, sebbene sia quella di cui si sente maggiormente parlare sui giornali, nel web e in televisione, non è la sola. Ne esistono infatti circa tremila, tra cui Ethereum, Litecoin, Monero, Ripple e Dash.

L’importanza della blockchain risiede nel suo meccanismo di decentralizzazione sicura. La blockchain sta di fatto trasformando l’industria, il sistema dei pagamenti e dei servizi finanziari, la contrattualistica e molti altri ambiti, grazie al suo meccanismo che consente alle parti di effettuare una transazione sicura, anche di pochi centesimi, senza l’intervento di terzi.

La blockchain è sicura perché presenta tre caratteristiche fondamentali proprio per la sicurezza: è immutabile (i dati non possono essere modificati dopo la creazione da nessuno), è trasparente (tutti i partecipanti possono vedere cosa sta succedendo) ed è autonoma (ossia si autogestisce). Più vecchio è il record più è sicuro, perché consolidato nel blocco e replicato su tutti i nodi della rete.

Nonostante la blockchain sia di molto più sicura ai mezzi informatici tradizionali, va tenuto presente che la sicurezza al 100% non esiste. Però potremmo dire che, attualmente (perché “del doman non v’è certezza”, come declamava Lorenzo de’ Medici), lo è al 99%. Per frodare la blockchain occorre un attacco collusivo, ossia un’azione che inganna la rete e le fa accettare una transazione illecita. Ma ciò presuppone la partecipazione di un gran numero di parti colluse, il che rende la faccenda assai complessa da portare a termine.

Anche per questi motivi, l’adozione della blockchain continuerà ad aumentare, arrivando a superare i pagamenti digitali e non solo. La capacità di trasformazione della blockchain è semplicemente rivoluzionaria.

I vostri colleghi di lavoro e i vostri capi conoscono la Blockchain? E voi cosa ne pensate? Inviate i vostri commenti a @agostinellialdo.

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Aldo Agostinelli