I robot umanoidi hanno raggiunto un grado sorprendente di somiglianza agli esseri umani. Sono in grado di comprendere, interagire e migliorarsi. Robot e intelligenza artificiale costituiscono un importante passo avanti nel contesto della digital transformation. Il loro sviluppo però va controllato per non incorrere in altrettanto consistenti rischi per l’umanità
Le macchine intelligenti negli ultimi anni si sono sviluppate in modo straordinario. Oggi esistono robot dotati di intelligenza artificiale in grado di interagire con le persone in maniera autonoma con modalità simili a quelle umane. I robot dotati di intelligenza artificiale possono essere utilizzati in diversi ambiti. Allo stesso tempo, la loro rapida diffusione andrà tenuta sotto controllo perché non prenda una deriva pericolosa.
Robot e intelligenza artificiale
I robot intelligenti si distinguono da altre innovazioni tecnologiche per la loro capacità di imitare il comportamento umano e di imparare in autonomia. Questi robot possono modificarsi nel tempo grazie al machine learning, rispondendo in maniera sempre più pertinente agli input esterni e creando nuove modalità di interazione. Ogni volta che entrano in contatto con un utente, raccolgono maggiori informazioni. Sebbene i progressi dell’intelligenza artificiale siano ancora in fase iniziale, alcune aziende hanno compiuto grandi progressi. Realizzando robot che sembrano comportarsi in modo molto simile a funzionamento dettato dal cervello umano.
Gli ambiti di utilizzo dei robot
L’introduzione dell’intelligenza artificiale si è diffusa per la maggior parte nel settore della robotica industriale. Lo scopo è affinare e migliorare l’autonomia nei processi di automazione. L’AI rende possibile l’apprendimento, che migliora di volta in volta le prestazioni dei robot. I settori di applicazione però sono più ampi. Si pensi a robot che operano in ambienti naturali per eseguire operazioni di salvataggio. Oppure in ambito domestico e ospedaliero per affiancare gli anziani e aiutarli in alcune attività quotidiane. O ancora nelle auto dotate di sistemi di guida autonoma.
In Italia alcune aziende hanno già realizzato progetti di intelligenza artificiale applicata ai robot per il settore alberghiero e automotive. I robot interpretano le domande dei clienti e forniscono la risposta più adatta. Il margine di errore è quasi nullo. Ci sono così robot che si “occupano” della reception, di customer engagement e di assistenza ai clienti. Il robot umanoide fornisce informazioni, apprende, si muove e dà indicazioni, intrattiene il cliente, riconosce le persone. Proprio come farebbe un persona reale.
Sophia, il robot umanoide che esprime emozioni
La Hanson Robotics, azienda con sede a Hong Kong, ha creato il robot umanoide più famoso al mondo: Sophia. La forma evoluta di intelligenza artificiale di cui è dotato, unito a un’apparenza fisica dai lineamenti delicati, permette questo automa di comportarsi in modo molto realistico.
Sophia è in grado di rispondere alle domande che le vengono rivolte con un linguaggio naturale. Lo dimostrano le numerose interviste televisive a cui ha preso parte. Può ricordare le conversazioni avute precedentemente ed è capace di imparare da ognuna cose nuove grazie all’analisi dei dati. Apprende anche da internet, a cui il suo cervello artificiale è connesso. Dispone di un proprio senso dell’umorismo e può assumere 62 espressioni facciali diverse. Ciò le permette di esprimere emozioni (ma non di provarle, essendo un robot, come lei stessa sa spiegare).
I robot tra rischi e dubbi etici
La robotica umanoide cerca di riprodurre il più fedelmente possibile, in alcuni casi migliorandole, le attività cognitive e fisiche dell’essere umano. Può sorgere così il timore che in futuro i robot possano essere praticamente indistinguibili dagli esseri umani. Un tempo era fantascienza, adesso può essere un’ipotesi non troppo lontana dalla realtà. L’intelligenza artificiale può essere un’alleata dell’umanità oppure un pericolo, se usata scorrettamente. Tutto dipende dallo sviluppo che avrà nei prossimi decenni e dalla direzione che prenderà.
“I robot promuovono la dignità dei lavoratori quando aiutano a ridurre o a eliminare mansioni pericolose, ripetitive, umilianti, e quando contribuiscono a rendere il lavoro più efficiente e umano. All’opposto, il loro uso pervasivo costituisce una minaccia alla dignità umana”. E’ il commento di Emmanuel Agius, decano della Facoltà di teologia dell’Università di Malta e membro dell’European Group on Ethics in Science and New Technologies, intervistato dall’Agenzia Sir.
“Il loro uso costituisce una minaccia ad esempio quando la maggiore efficienza legata a robotizzazione, automazione e digitalizzazione porta a sostituire un considerevole numero di lavoratori con macchine intelligenti, – ha spiegato -. Queste persone rischiano di non trovare facilmente un altro impiego in una società estremamente complessa come la nostra”.
Il caso di OpenAI e di Elon Musk
Diverse persone hanno sollevato il rischio che l’intelligenza artificiale possa prendere una deriva negativa. Soprattutto chi lavora proprio in questo ambito. Elon Musk è stato, insieme a personaggi del calibro di Bill Gates, Steve Wozniak e Stephen Hawking, tra coloro che hanno lanciato l’allarme contro un’intelligenza artificiale autonoma e fuori dal controllo dell’uomo.
I creatori di OpenAI, finanziati dallo stessoMusk, hanno fermato in fretta la loro invenzione, rendendosi conto del potenziale pericolo di questa applicazione. Si tratta di un sistema che produceva fake news al posto di informazione. I testi generati autonomamente diffondevano alternative altamente credibili, che i lettori potevano fare fatica a distinguere, vista la loro raffinatezza. Come accade per altre tecnologie, l’intelligenza artificiale deve essere tenuta sotto controllo ponendo alcuni limiti.