Aldo Agostinelli

In questo periodo si sente dire da più parti che presto, anzi prestissimo, il quantum computing trasformerà gli ecosistemi digitali. Sarà vero? Intanto per comprendere la portata di questa innovazione, occorre capire cos’è il quantum computing.

Spiegato in parole povere, il quantum computing è la possibilità di sfruttare il calcolo quantistico mediante una nuova generazione di computer, quantistici appunto. La differenza tra un computer tradizionale, di quelli grazie al quale sto scrivendo questo post e che ognuno di voi ha davanti agli occhi sulla scrivania, e un computer quantistico è abissale. Mentre il primo è fondamentalmente un calcolatore che utilizza una sequenza di bit con valore 0 e 1 per elaborare le informazioni e risolvere i problemi che gli vengono posti, i secondi sono in grado di fare molto di più. Read it in English.

I computer quantistici, infatti, usano bit quantistici, detti qubit. Citando l’esempio riportato da Bernard Marr su Forbes, immaginando una sfera, se un bit può stare solo in uno dei poli della sfera, un qubit può risiedere in qualunque punto. Tradotto nella pratica significa che un computer quantistico da 50 o 100 qubits, è capace di memorizzare ed elaborare una immensa mole di dati ed anche risolvere problemi molto più complessi di un normale pc. In due parole, Big Data all’ennesima potenza.

Leggi anche: Digital Marketing, tutto quello che c’è da sapere

La spinta verso la creazione di una nuova tipologia di computer, però, non è dettata solo dalla necessità di una maggiore potenza di calcolo, quanto dall’esigenza di fronteggiare l’emergenza energetica: secondo uno studio della Semiconductor Industry Association, entro il 2040 non avremo più la capacità di alimentare tutte le macchine di tutto il mondo. Ergo ci servono macchine più capaci e che consumino molta meno energia, magari da condividere o da cui fornirci. La corsa contro il tempo verso quella che è stata definita dagli scienziati “supremazia quantistica” è iniziata. Anzi, a detta di molti addetti ai lavori, ci si arriverà entro due anni.

Non è un caso, quindi, che IBM lo scorso anno abbia presentato a titolo dimostrativo un quantum computer a cui tutti possono accedere gratuitamente online e che, solo due mesi fa, abbia annunciato lo sviluppo di sistemi di quantum computing, denominati IBM Q, che saranno messi a disposizione attraverso la piattaforma IBM Cloud

Leggi anche: Digital Transformation, tutto quello che c’è da sapere

Ma la supremazia quantistica non è un punto di arrivo bensì una prima tappa. Il vero obiettivo è disporre di quantum computer da diversi milioni di qubits e per questi ci vorranno almeno dieci anni (Quantum computers are about to get real).

Quanto e in che modo il quantum computing impatterà sulle nostre vite non si può dire con precisione. Nel senso che sono talmente tanti gli ambiti in cui potrà trovare applicazione che resta difficile delineare dei confini netti. Di certo c’è che sarà al servizio della ricerca e dell’industria, dalla chimica all’aerospaziale, magari individuando tra milioni di possibilità il miglior materiale (e la sua composizione) per la costruzione di stazioni spaziali, robot, automobili o altro. Ma non solo: i quantum computer manderanno in soffitta la crittografia come la conosciamo oggi, in quanto la crittografia quantistica è letteralmente “unhackable”, permettendo all’IoT di decollare.

Arriverà a rivoluzionare anche il marketing e l’advertising. Un esempio? In un vicino futuro gli inserzionisti potranno avvalersi di un algoritmo quantistico per ottimizzare le raccomandazioni su un loro prodotto, mediante un annuncio che compare quando il consumatore è in procinto di acquistarlo. Insomma good news all’orizzonte!

Quali benefici sperate che apporterà il quantum computing? Fatemi avere i vostri  commenti @agostinellialdo.

Se ti è piaciuto questo post, leggi anche Blockchain: come cambiano i servizi dall’entertainment agli smart contract

Aldo Agostinelli