Aldo Agostinelli

Chi ha detto che la tecnologia blockchain serve solo per le transazioni elettroniche in denaro e al mondo finanziario? In realtà, questo tecnologia tipica della Digital Transformation, può essere utilizzata in una grande varietà di ambiti e non c’è nulla di più errato che il volerla relegare in un recinto come, in pratica, è accaduto sino ad oggi, salvo rare eccezioni. Read it in English.

Ovunque ci sia la necessità di tenere un registro pubblico sicuro e l’identità certa dei partecipanti, ecco che la blockchain torna utile. Il perché lo spiega bene Yorke Rhodes III, Blockchain Business Strategist di Microsoft: «Una volta registrata la propria identità nella blockchain, la natura auto-sovrana di questa tecnologia diventa un bene di proprietà del singolo, che consente di operare in molti scenari per il solo tempo necessario alle parti coinvolte e sulla base delle informazioni che servono» (What does identity mean in today’s physical and digital world?).

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Un esempio lampante è il campo sanitario, dove la riservatezza dei dati e la protezione dell’identità dell’individuo è materia particolarmente sensibile e di primaria importanza.

Usando la blockchain è possibile archiviare i dati sanitari dei pazienti in modo del tutto sicuro. Ed è per questo che gli ospedali stanno studiando il modo di farne uso.

BitHealth, per esempio, è un sistema di healthcare basato su questa tecnologia. I dati degli utenti vengono distribuiti in tutto il mondo tramite la condivisione peer-to-peer di file simile a Bittorrent. L’anamnesi delle persone è protetta da crittografia e ai medici è sufficiente richiamare il record (ossia la cartella clinica) per avere sott’occhio tutte le informazioni che servono per gestire al meglio la salute della persona, che resta anonima. I pagamenti delle prestazioni avvengono in Bitcoin, previa approvazione delle  firme digitali (Blockchain applications in non-financial markets).

In tal modo le cartelle cliniche possono essere tranquillamente condivise tra più medici, magari per un consulto sulla migliore terapia o per supportare la ricerca scientifica, seguendo le variazioni delle condizioni fisiche dell’individuo e risolvendo al contempo due dei problemi principali del settore sanitario: la privacy e l’identità dell’individuo.

Recentemente IBM Watson Health e la statunitense Food and Drug Administration (FDA) hanno siglato un’intesa per stabilire una modalità di scambio sicuro, efficiente e scalabile dei dati sanitari – cartelle cliniche elettroniche, sperimentazioni, dati genomici ecc – tramite blockchain (IBM Watson Health e FDA: blockchain per condividere dati sanitari).

Inizialmente IBM e FDA si dedicheranno ai dati oncologici e lo scambio sarà mediato dal proprietario dei dati stessi (il paziente). I dati potranno essere generati anche da smartwatch, wearable technology in generale, dispositivi di Internet of Things, tablet e smartphone. Per esempio con AppleHealth, una app per iPhone che aiuta gli utenti a monitorare la propria salute e a inviare i dati vitali ai ricercatori tramite l’applicativo ResearchKit.

Grazie alla blockchain, gli ospedali potrebbero beneficiare di una rete globale, sincronizzata e condivisa, con dati aggiornati in tempo reale sul ricovero di un paziente, ovunque si trovi. E senza che il paziente perda mai il controllo su ciò che lo riguarda.

Cosa ne pensate della blockchain in ambito sanitario?  Mi piacerebbe avere i vostri commenti. Inviate i vostri Tweet a @agostinellialdo

Aldo Agostinelli