Il problem solving è la capacità di affrontare un problema, analizzarlo e trovare una soluzione. Si tratta di un percorso mentale e pratico non banale, che si può imparare sviluppando un approccio analitico e un atteggiamento sereno alle sfide che la vita pone ogni giorno
Il problem solving è, letteralmente, la capacità di risolvere un problema. Si tratta di una competenza trasversale molto importante nella vita privata così come nella carriera professionale. Non a caso, la capacità di problem solving è una delle soft skills più richieste nel mondo del lavoro e più apprezzate dai recruiter. Risolvere i problemi non è affatto un’abilità scontata e, in un contesto aziendale, risulta fondamentale ogni volta in cui ci si trovi ad affrontare una situazione complicata o problematica. Circostanza che, come tutti sappiamo, può capitare spesso, specialmente in ambito lavorativo.
A maggior ragione la capacità di problem solving e il pensiero laterale diventano una parte fondamentale in una società sempre più complessa, nella quale il modo in cui si affronta un problema può fare la differenza dal punto di vista gestionale e produttivo, in ogni settore. Vediamo quindi come imparare ad assumere un approccio positivo ed equilibrato ai problemi e come sviluppare l’abilità di problem solving nella vita quotidiana.
In che cosa consiste il problem solving?
Ogni giorno dobbiamo affrontare la risoluzione di problemi. Dai più piccoli e banali, di ordine quotidiano e casalingo, a quelli esistenziali e relazionali. Passando naturalmente dai problemi sul lavoro. Come fare in modo che i soldi siano sufficienti per questo mese? E’ possibile evitare di litigare con il partner? Come fare per cambiare lavoro? E a gestire le richieste del direttore? E così via.
Tutti abbiamo dei problemi. La differenza sta nel modo di affrontarli. Può capitare, infatti, di andare nel panico: allora la soluzione può sembrare lontana e difficile, talvolta impossibile. Con un approccio sistematico è invece possibile mantenere la calma e, passo dopo passo, trovare la soluzione di un problema. Ricordando che ogni problema rappresenta anche un’occasione di crescita.
Quali sono le quattro fasi del problem solving?
Per trovare una soluzione efficace ad un problema occorre seguire quattro step:
- definizione e studio del problema
- ricerca delle possibili soluzioni
- identificazione della soluzione più idonea
- implementazione della soluzione scelta e valutazione degli esiti.
Vediamo ora più nel dettaglio come seguire questo percorso e come trovare il modo giusto per affrontare situazioni complesse.
Definire il problema: il primo passo del problem solving
Il punto di partenza è la definizione del problema. In uno stato mentale vago e confuso, infatti, è impossibile trovare una soluzione, mentre la maggior parte delle volte è facile essere sovrastati dall’ansia. Bisogna cercare di dare un nome al problema che ci si trova davanti, delinearne caratteristiche e confini. Spesso infatti si tende ad ingigantire le questioni inutilmente, ed è sempre utile fare un passo indietro e ridimensionarle. Questo primo passaggio è forse il più importante nel processo di problem solving, quindi bisogna dedicargli il giusto tempo. La fretta non aiuta mai.
Analizzare il problema
Dopo aver definito il problema, bisogna analizzarlo, identificandone la cause e il possibile modo per superarlo. In questa fase, è giusto porsi diverse domande sulla natura del problema e su cosa l’ha generato. Siamo ancora in una fase iniziale di indagine, quindi non bisogna aver paura di perdere tempo. Gli elementi da tenere in considerazione sono le persone coinvolte, i fattori ambientali, l’aspetto temporale. Può essere utile realizzare degli schemi – mentali oppure scritti – che colleghino causa ed effetto. Ed utilizzare le famose 5W: who, what, where, when e why. Ovvero chi, cosa, dove, quando e perché. Attraverso queste domande l’analisi sarà puntuale e completa.
Identificare le possibili soluzioni
Quasi sempre un problema prevede più di una soluzione. Prima di giungere a una conclusione è importante metterle tutte in campo, osservarle chiaramente e valutare pro e contro di ciascuna. Visualizzare soluzioni alternative permette di sviluppare un approccio flessibile e aperto. In questa fase bisogna lasciare da parte pregiudizi e idee preconfezionate, ricordando che diverse soluzioni possono essere valide. Tutto dipende dal punto di vista che si sceglie di assumere: in questo momento vale la pena sperimentarne diversi.
Problem solving: prendere una decisione
A questo punto siamo arrivati al fulcro della questione: dopo aver analizzato tutte le variabili in campo, bisogna prendere una decisione. Non sarà così difficile, perché avremo tutti gli elementi in mano per farlo. Tra le diverse soluzione valutate, si deve selezionare la migliore in base alla particolare situazione in cui ci si trova. Considerando, dunque, lo sforzo richiesto, le risorse da investire, il tempo a disposizione e il probabile ritorno. La soluzione deve essere la più adatta al contesto attuale.
Sviluppare un piano d’azione e agire
Dopo aver preso una decisione, bisogna passare all’azione. Ma prima, è necessario stabilire quali passi compiere. Definire, cioè, il percorso che ci porterà alla soluzione. Può essere una buona idea anche identificare già da ora un piano b, nel caso in cui il primo non funzionasse come previsto: gli imprevisti possono sempre capitare. Dopodiché, si parte all’azione. Tenendo conto, con serenità, che ogni scelta, ogni azione comporta sempre un rischio e contiene in sé la possibilità del fallimento. Non c’è niente di male, anzi: solo chi non fa non sbaglia. Quindi, mettete da parte la paura di commettere errori e applicate il piano che avrete formulato andando dritti per la vostra strada.
Problem solving e monitoraggio finale
Comunque sia andato il processo di problem solving, cogliete l’occasione per imparare qualcosa da quanto accaduto. Se l’esito sarà positivo, tenete a mente la modalità che avete applicato per riproporla in futuro. Se, al contrario, non è andata molto bene, cercate di cogliere i punti deboli all’interno del vostro percorso, in modo da migliorarli o sostituirli con strategie diverse. Ricordando che ogni problema rappresenta allo stesso tempo una sfida personale e un’opportunità.
Cos’è il problem solving a scuola?
Il problem solving è una tecnica che si può applicare in molti ambiti. Nella vita quotidiana, in psicologia, in azienda, nelle relazioni e anche a scuola. Per i bambini e i ragazzi, infatti, è molto utile iniziare già durante gli anni scolastici ad impostare una modalità di pensiero creativa e flessibile. L’insegnante può quindi proporre un problema – di diversa natura ma non troppo strutturato – e sollecitare la classe a lavorare insieme per trovare la soluzione migliore. Un buon metodo per preparare i giovani ad affrontare le sfide del mondo del lavoro e della vita.