In tutto il mondo l’Intelligenza Artificiale (IA) sta rendendo le imprese più veloci, agili e snelle. Di sicuro i big player. Le altre, quelle medio-piccole, in parte sono ancora nella fase di tormento: investire denaro per dotarsi di software di learning machine e rischiare di non essere in grado di utilizzarli al meglio o rischiare di perdere tempo e quindi il passo con i propri competitor? Leggi il post in inglese
Fatto sta che nel 2017 le aziende hanno speso globalmente 21,8 miliardi di dollari in fusioni e acquisizioni relative all’IA, ossia 26 volte di più rispetto al 2015 (dati PitchBook). L’intelligenza artificiale è percepita come una bacchetta magica che può essere installata facilmente ma la verità è che richiede una preparazione approfondita su dati, monitoraggio e algoritmi per essere messa a misura della propria company e, dunque, rendersi utile. Non è perciò un caso se sino ad oggi chi ne ha maggiormente beneficiato sono i leader tecnologici come Google, Amazon, Alibaba e Baidu, che la usano per gestire i robot nei magazzini, ottimizzare l’imballaggio e la consegna, per l’inventario delle merci, la rilevazione delle contraffazioni e la gestione dei pagamenti. Così, come riportato dal MIT Sloan Management Review, se circa l’85% di aziende è convinto che l’IA offra un vantaggio competitivo, al momento solo una su venti la sta impiegando estensivamente per il suo business.
Nel complesso è però indubbio che l’IA stia avendo – e avrà sempre più – un impatto dirompente sul business come mai si era visto prima. Secondo McKinsey nei prossimi 20 anni le company otterranno un valore annuo compreso tra 1,3 e 2 trilioni di dollari derivante dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle catene di approvvigionamento e produzione.Nella logistica Goldman Sachs si aspetta che l’IA abbassi i costi di almeno il 5%, generando profitti aggiuntivi per 25 miliardi di dollari in dieci anni. Le proiezioni di Gartner, invece, prospettano che tra il 2017 e il 2021 la quota globale delle interazioni del servizio clienti gestito interamente da AI aumenterà di cinque volte, arrivando al 15% nel 2019 e ad almeno il 40% nel 2021.
L’IA sta anche aiutando le imprese a monitorare il movimento dei loro beni. La maggior parte delle aziende nel trasporto globale, dai camion alle navi portacontainer, sono da sempre afflitte dai ritardi nella consegna delle merci. Le aziende stanno quindi investendo di più sull’IA e il sistema sta progressivamente migliorando, diventando più efficiente e tracciabile, con giubilo anche di marketer, fornitori e clienti che di quelle merci sonoi destinatari(Non-tech businesses are beginning to use artificial intelligence at scale).
Nell’immediato, l’Intelligenza Artificiale sta ridisegnando interi settori e rami aziendali come la finanza, le risorse umane, il lavoro di routine da back office o la fatturazione. Nel tempo, però, come avverte il think tank del McKinsey Global Istitute, potrebbe anche distruggerne alcuni e crearne di nuovi (What the future of work will mean for jobs, skills, and wages). Il che significa che manager e Ad devono tenere bene a mente diversi orizzonti temporali per riuscire a muoversi non solo tempestivamente ma anche saggiamente. L’obiettivo del guadagno da risparmio sulle risorse umane (i lavoratori in poche parole), se non accompagnato da una rideterminazione degli incarichi, nuove specializzazioni che portino a un maggiore vantaggio per il cliente, nel lungo termine può infatti rivelarsi una strategia perdente, un boomerang.
Secondo l’idea che ve ne siete fatti, l’IA comporta più vantaggi o svantaggi? Tweettate i vostri commenti a @agostinellialdo.
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