Aldo Agostinelli

Il problema delle frodi on line nel campo dell’advertising non è di poco conto, anzi: parliamo di perdite che si aggirano intorno ai 6 o 7 miliardi di dollari l’anno. Abbattere questo sperpero, implicherebbe automaticamente un aumento delle entrate nelle tasche dei marketer ed anche una maggiore disponibilità economica degli stessi da investire in pubblicità digitale, a vantaggio anche del mercato.  Read in English.

La questione, semmai, è che il marketing non sembra stia ancora adeguatamente puntando la propria attenzione alla blockchain e ci vorrà del tempo perché ciò accada, secondo alcuni esperti fino a 4 o 5 anni. A parte rarissime eccezioni, come nel caso di BitTeaser, un network pubblicitario danese, che utilizza la blockchain per raccogliere le entrate pubblicitarie in Bitcoin invece che in denaro.

Nonostante la lentezza della macchina a percepire il cambiamento in atto, resta il fatto che la blockchain rappresenta realmente la next big thing in grado di imprimere una grande svolta al marketing, in primis al settore dell’editoria multimediale e all’advertising digitale (How blockchain might be useful in marketing and advertising).

Dato che la blockchain, bypassando le autorità centrali e abbattendo i costi da corrispondere agli intermediari, facilita anche le microtransazioni, si apre infatti la strada allo sviluppo di nuove modalità di fruizione dei contenuti e, dunque, a nuove modalità di guadagno.

Per esempio gli editori potrebbero consentire ai lettori di visualizzare una pagina di contenuti senza pubblicità, a un costo di 1 centesimo o anche meno. E, ancora, consentire l’accesso al sito solo a chi versa una cifra irrisoria per l’iscrizione, nell’ordine appunto dei centesimi. Quanto agli inserzionisti, probabilmente sarebbero disposti a pagare di più per aggiudicarsi spazi pubblicitari dal ritorno certamente più sicuro di quanto non avvenga oggi.

Nello stesso modo la blockchain rende possibile verificare l’autenticità dei prodotti. Lo scorso ottobre, durante la Shanghai Fashion Week, il brand Babyghost ha utilizzato la piattaforma di blockchain di VeChain, per consentire ai propri clienti di provare l’originalità di una selezione di borse, mediante la scansione tramite smartphone delle targhette. Inquadrando le targhette i clienti hanno potuto ricostruire l’intera storia dell’accessorio, partendo da chi l’aveva ideato, fino a dove era stato realizzato, da chi ecc.

Un sistema del genere aiuta a prevenire i falsi, consente di stabilire un legame più stretto e diretto con i propri clienti e funziona da traino pubblicitario meglio di qualunque sistema tradizionale cui siamo abituati. Come pure permette ai marchi di gestire attentamente i dati sulle vendite, preservando al contempo la privacy della propria clientela .

Guardando alla blockchain attraverso l’ottica del marketing, quindi, la domanda giusta che si dovrebbe porre qualunque marchio di qualunque settore è: considerati i vantaggi offerti da questa tecnologia, quali nuove modalità di utilizzo posso sviluppare e in che modo posso sfruttarla al meglio a vantaggio della mia azienda e dei miei clienti? La risposta è molteplice ed è venuto il momento di iniziare a ragionarla.

Che idea ti sei fatto della blockchain? Lo ritieni un sistema utile? Mi piacerebbe avere i tuoi commenti. Tweetta @agostinellialdo.

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Aldo Agostinelli