Aldo Agostinelli

Lo stato di salute dell’influencer marketing evidenzia un punto: l’onestà e la correttezza ripagano. Chi bara e perché. Tutti i dati in una nuova ricerca su questo specificità del digital marketing.

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Giorni fa discutevo con amici e colleghi sull’impatto della pandemia di covid-19 sullo stato di salute dell’influencer marketing. Alcuni ne parlavano quasi decretandone uno stato comatoso, altri, come me, sostenevano esattamente il contrario. Chiusi in casa, con molto più tempo a disposizione da passare in rete e sui social media, a mio avviso due elementi per logica era evidente emergessero: l’aumento dell’e-commerce e la centralità degli influencer – non tutti, di quelli bravi! – all’interno della loro community.

Sul primo punto è possibile leggere dati più o meno ovunque (L’e-commerce mette le ali: vendite in aumento dell’80%); sul secondo basta fare un giro sui social, Instagram in primis. In tempo di crisi quale quello che stiamo vivendo, la community si compatta. Che sia intorno al brand, all’influencer, o all’influencer che meglio rappresenta il brand. Si cercano rassicurazioni, evasione, una parvenza di normalità.  I più bravi – vedi la coppia Ferragni-Fedez – sanno anche fornire un certo senso di protezione e azione (Coronavirus, Ferragni e Fedez: “Apre nuova terapia intensiva, grazie a tutti voi”).

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Però lo sappiamo bene: non tutti gli influencer sono buoni e corretti. Qualcuno bara sui numeri, sui follower e sui dati necessari ai brand per comprendere se stanno puntando sul testimonial giusto oppure no (Operazione social marketing pulito: via gli influencer falsi).

Soprattutto qualcuno spesso trae in inganno i suoi follower, reclamizzando prodotti senza dichiararlo esplicitamente almeno con un hashtag, come da Digital Chart, il codice di comportamento dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria. Ogni volta che un influencer, un vip o una celebrity esprimono un commento su un prodotto con chiari intenti commerciali, infatti, devono (o dovrebbero!) attenersi a un insieme di regole.

Il settori dell’influencer marketing più trasparenti secondo Buzzoole

Il punto sulla trasparenza dell’Influencer Marketing

A fare chiarezza sulla trasparenza nell’Influencer Marketing interviene ora un’analisi condotta da Buzzoole e riferita al 2019.

In Italia i post contenenti gli hashtag#Ad, #Adv, #sponsorizzato, #sponsored, #inserzioneapagamento, #prodottofornitoda, #pubblicità, #advertising su Instagram sono cresciuti del 49% rispetto al 2018.

Il luogo più congeniale per l’Influencer Marketing si conferma IG, con il 69% dei post e il 98% di interazioni (25% Twitter, 6% Facebook dato sottostimato).

I settori che maggiormente utilizzano gli # della trasparenza vedono in pole position la moda col 30% dei post prodotti. A seguire: beauty 17,4% (in discesa di oltre tre punti), accessori l’11% (-2,4 punti), entertainment 9%, bevande 6,4% e cibo 5,9%. In coda i motori col 2,9% e il turismo 2%.

L’onestà ripaga

Da notare come la trasparenza ripaghi chi la adotta: lo scorso anno il post in italiano che ha sviluppato più engagement l’hanno prodotto Fedez e Chiara Ferragni che, grazie ad una gallery sponsorizzata Fendi, hanno ottenuto 570mila like. Sempre Fedez ha poi realizzato il secondo post più coinvolgente con una foto ironica del Samsung Galaxy S10 (540.000 like).

Il ruolo degli utenti

Tirando le somme, nonostante i furbetti, secondo lo studio esiste una maggiore e positiva consapevolezza dell’importanza della trasparenza nell’Influencer Marketing, all’interno del complesso mondo del digital marketing. Del resto chi continua a barare reca un danno anche a sé stesso, minando con l’opacità dei suoi intenti il rapporto di fiducia con la sua community. Si dice spesso che i social non perdonano. Ed è proprio così: può andarti bene un tot di volte ma alla prima che sei sorpreso in fallo è molto difficile poi recuperare.

Comunque, mentre la trasparenza aumenta, il white paper di Buzzoole sottolinea come sia ancora difficile tracciare il volume dell’Influencer Marketing poco onesto, soprattutto su piattaforme dalle grandi quantità di contenuti come YouTube.

I follower da tempo sono liberi di segnalare i comportamenti scorretti. Ma anche i brand devono cercare di essere più selettivi. Un influencer disonesto, infatti, danneggia prima di tutto l’immagine del marchio che rappresenta. Big o micro che sia l’influencer, una maggiore selettività non può che aiutare l’intero settore.

Gli influencer più seguiti

L’influencer marketing si basa sugli influencer e sulla loro credibilità. Ecco la lista di quelli italiani più seguiti:

  • Chiara Ferragni: influencer di moda famosa in tutto il mondo è arrivata a 55,4 milioni di interazioni totali (like, commenti e condivisioni) su Facebook, Instagram, Twitter e YouTube.
  • Gli autogol: il trio comico famoso per le parodie sportive ha totalizzato 16,3 milioni di interazioni
  • Fedez: Federico Lucia, rapper e personaggio televisivo, oltre che marito di Chiara Ferragni. Per lui quasi 11,1 milioni di interazioni
  • Diletta Leotta: showgirl, presentatrice sportiva e compagna del pugile Daniele Scardina. Per lei 10,1 milioni di interazioni
  • Benedetta Rossi: foodblogger del canale “Fatto in casa da Benedetta” con 8,3 milioni
  • Sferaebbasta: per il trapper e idolo dei teenager che si è buttato anche nell’imprenditoria le interazioni sono 6,2 milioni
  • Giulia De Lellis, l’influencer napoletana ritorna in classifica con 4,4 milioni di interazioni
  • Valentina Ferragni: influencer e sorella di Chiara Ferragni è arrivata a 4,1 milioni di interazioni
  • Alice Campello: modella, influencer e moglia di Alvaro Morata, conta oggi 4,1 milioni di interazioni
  • Paola Turani: la fashion influencer di Bergamo ha 4 milioni di interazioni sui social
  • Beatrice Valli: l’influencer e personaggio tv ha 4 milioni di interazioni
  • Gianluigi Buffon: il portiere della juve e grande eroe del mondiale 2006 è ormai in alto nelle classifiche social con 3,7 milioni di interazioni

Cosa ne pensate dell’influencer marketing? Lo ritenete un valido mezzo di promozione dei prodotti?  Tweettate i vostri commenti a @agostinellialdo.

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Aldo Agostinelli