Aldo Agostinelli

La digital footprint è l’impronta che privati e aziende lasciano online attraverso azioni attive e passive. Nel primo caso il tema riguarda soprattutto la reputazione. Nel secondo, entra in gioco la sicurezza di dati e informazioni sensibili

Così come nella vita reale lasciamo tutti traccia del nostro passaggio, anche nel mondo virtuale le nostre azioni sono tutt’altro che invisibili. La digital footprint non è altro che l’impronta impressa dalle nostre “passeggiate” digitali. Dai social network all’email, dagli indirizzi ip alle password, le tracce che disperdiamo nel corso del tempo sono molteplici. E soprattutto indelebili.

Quotidianamente lasciamo impronte attive – pensiamo ad ogni volta che scriviamo commenti sui social, inviamo email o pubblichiamo contenuti su blog – e passive, inserendo password e tracciando un percorso tramite cookies da un sito web all’altro. Tutto questo ha un impatto su due piani: privato e aziendale. Vediamo meglio in cosa consiste e come gestirlo.

La digital footprint personale

L’impronta digitale che ciascuno di noi lascia online è strettamente legata al concetto di reputazione. Pensiamo ai social media accounts e alle informazioni personali che disperdiamo, magari senza rendercene conto. Fotografie, commenti, dati privati. Prima di pubblicare o di commentare un post, ricordate che difficilmente si può tornare indietro. Per verificare la propria digital footprint è buona abitudine tenere sotto controllo i social e fare pulizia di ciò che può essere diventato indesiderato.

Un altro semplice metodo consiste nello scrivere il proprio nome su Google o su altri motori di ricerca. Si potrà verificare così, all’istante, cos’è presente sul web, collegato al proprio nome. In casi estremi è possibile anche ricorrere ad agenzie specializzate per rimuovere una o più tracce imbarazzanti. Normalmente, tuttavia, basta riflettere un attimo prima di passare all’azione quando si tratta di produrre contenuti sul web.

Anche l’eccessivo ricorso alla geolocalizzazione è un’abitudine che andrebbe limitata. Non è necessario segnalare ogni spostamento. Infine, un’attenzione particolare va messa in atto quando si parla di minori: spesso sono gli adulti a costruire la digital footprint di una persona senza che questa possa controllarla e fornire il proprio consenso. La scelta di pubblicare o meno foto di bambini è personale, ma è buona norma non eccedere in questa pratica e farlo con senso di responsabilità.

La digital footprint aziendale: reputazione e identità

Quando si parla di impronta digitale di aziende, imprese, organizzazioni o istituzioni il discorso si fa più complesso. Anche le aziende devono tenere sotto controllo la propria reputazione online, perché naturalmente sono ben più visibili di un singolo. Ogni dichiarazione, commento o presa di posizione può metterle in buona o cattiva luce davanti a milioni di persone. Per questo la gestione dei contenuti e del social networking assume un ruolo cruciale nella costruzione dell’immagine aziendale e della brand identity. Ogni mossa va calibrata, ogni pubblicazione deve rientrare in un percorso coerente capace di comunicare un’identità chiara e positiva.

Impronta digitale aziendale e sicurezza

Detto ciò, l’aspetto al quale le aziende devono rivolgere la maggiore attenzione, è la sicurezza dei dati. Gli attacchi informatici sono in costante aumento. E sempre più imprese utilizzano il cloud per archiviare e gestire dati e informazioni sensibili. Di per sé il cloud non è insicuro, ma va gestito correttamente. Per prima cosa ogni azienda dovrebbe essere consapevole della propria architettura di rete e di come sono organizzati dati e risorse digitali. Altrimenti, non ne avrà il controllo e sarà facilmente attaccabile.

Uno dei modi più semplice per infiltrarsi in un sistema aziendale è l’email. Ad esempio, registrare tutti i domini aziendali a partire da quello principale può essere comodo, ma è anche più rischioso, perché mette a disposizione una superficie di attacco più ampia. In linea generale, segmentare la rete, ove possibile, è sempre una buona idea, in modo da diversificare gli accessi. Gli elementi che un’azienda deve tenere sott’occhio sono molteplici: indirizzi IP, server di posta elettronica, ASN, DSN, profili social. Le società che dispongono di un reparto IT possono svolgere un’attività di controllo internamente, altrimenti è consigliabile affidarsi a un partner esterno per assicurarsi un buon livello di sicurezza.

Aldo Agostinelli