Aldo Agostinelli

Il digital advertising è in crescita (+10%) e cresce anche l’e-commerce (+20%) ma che ne è del commercio in-store?

La risposta potrebbe essere complessa. Se infatti è facile monitorare il collegamento tra annunci web e aumento degli acquisti on line, un po’ meno è tracciare una linea di connessione tra lo spot digitale e la resa nei negozi in termini di maggiori entrate. Non è una questione di mancanza di strumenti, quanto di una miopia di chi dovrebbe provvedere ad utilizzarli. Read it in English.

Mi spiego: in un recente articolo pubblicato su MediaPost si evidenzia come, nonostante giganti hi-tech al pari di Adobe, Salesforce, Oracle, Google e Facebook stiano implementando le piattaforme di attribuzione off-site, utili per profilare complessivamente il cliente consentendo ai marketer di anticiparne addirittura i comportamenti dentro e fuori la rete, pochissime aziende le stanno utilizzando.

E così, a fronte del sempre più sentito e letto “il commercio digitale sta uccidendo il retailing”, viene da chiedersi se le centinaia di brick-and-mortar store che abbassano la saracinesca ogni anno non siano piuttosto vittime di una mancanza di vedute a medio-lungo termine. Una carenza anche degli inserzionisti e delle media agency.

A detta di Moody’s, il numero di imprese che si qualificano come “società di vendita al dettaglio e abbigliamento in difficoltà” si è triplicato negli ultimi sei anni, aumentando considerevolmente il proprio debito.

Ma piangere sul latte versato non serve a nulla. È quindi il caso di guardare l’altra faccia della questione: se il web sta uccidendo i negozi, li sta anche rifornendo di nuovi clienti. Secondo l’ultimo Footfall Attribution Benchmarks report le campagne di marketing digitale stanno spingendo più consumatori a rivolgersi in-store. Se ben utilizzato internet si dimostra in grado d’invertire la rotta.

Nel rapporto viene anche spiegato come una campagna adv, condotta intelligentemente con i nuovi strumenti a disposizione e con un occhio alla strada, possa apportare al dettagliante reale un aumento di vendite dal 10 al 30%.

Un esempio è Harley-Davidson: a New York, con la sua usuale campagna pubblicitaria digitale “48 Bikes in 48 Hours” riusciva a vendere in-store 8 moto. Utilizzando i sistemi di analisi e apprendimento predittivo di Albert, che collegano il marketing on line al comportamento offline, dopo il primo annuncio ne ha vendute 15 (Digital Marketing Has Bigger Impact on In-Store Sales than Ever).

Per aiutare i propri inserzionisti a capire meglio come gli annunci digitali convogliano traffico clienti in negozio, il servizio radio personalizzato Pandora, ha introdotto l’utilizzo di Attribution by Foursquare, uno strumento che fornisce agli inserzionisti, la conversione reale delle misurazioni, indicando le visite in-store, l’incremento, il ritorno della spesa pubblicitaria, i ricavi, le impression e i dispositivi raggiunti, oltre ad un’analisi del pubblico diviso per aree geografiche, età, sesso, fedeltà e gusti. Ad oggi l’incremento di nuovi clienti in store è stato del +7.5%.

Chi innova cum grano salis vince sempre.

Quali strumenti adottate per le vostre campagne digitali e perché? Twittate i vostri commenti @agostinellialdo.

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Aldo Agostinelli