Il closeup è un tecnica di ripresa fotografica e cinematografica che si concentra su un dettaglio. L’inquadratura si avvicina e si stringe su un singolo elemento, ad esempio sugli occhi di un personaggio, per metterne in evidenza l’emozione
Il closeup, o close-up, è un tipo di inquadratura in primo piano o primissimo piano. Nella fotografia e nel cinema, si utilizza per mettere in evidenza i dettagli. Ad esempio, le emozioni che traspaiono dal volto e dallo sguardo di un personaggio. Oppure, le dita di una mano che si muovono freneticamente rivelando un senso di agitazione. Si inquadra, dunque, “una parte per il tutto”.
Che cos’è il closeup
Closeup significa letteralmente avvicinarsi. O “chiudere su un dettaglio”, in questo caso. La macchina da presa si avvicina infatti al personaggio, fino ad inquadrarne solo una piccola porzione. Il soggetto in quel momento diventa centrale nella narrazione. E tutto il resto scompare. Nei film romantici e nelle soap opera questo tipo di inquadratura si utilizza molto spesso, proprio perché punta tutto sull’emotività. Nella fotografia, parliamo di closeup (o macro) quando il fattore di ingrandimento è inferiore a 1:1. Ad esempio, con un fattore di ingrandimento pari a 1:2 il soggetto è impresso sul sensore con una dimensione dimezzata rispetto alla realtà. Di conseguenza, l’effetto tenderà ad essere sgranato: servono macchine fotografiche professionali per realizzarlo al meglio.
A cosa serve il closeup
Torniamo ora al mondo del cinema. Oltre a mettere in luce e a dare rilievo a momenti particolarmente significativi dei film, il closeup si utilizza di solito anche per presentare i personaggi. In questo modo, appena compaiono, si comprende il loro ruolo e la loro importanza. Ad un protagonista, verranno riservati diversi close-up nel corso dello svolgimento del film. Addirittura, esiste ancora nel mondo del cinema lo stereotipo dell’attore che conta il numero di closeup ottenuti come indicatore della propria notorietà. Chiaramente, il closeup esclude dalla ripresa il contesto, l’ambiente e tutti gli altri personaggi. Non bisogna quindi abusarne, altrimenti il film diventa una trafila di espressioni decontestualizzate.
Esempi celebri
Alcuni sostengono che l’inventore del close-up sia il regista statunitense David Wark Griffith, con il suo film “Nascita di una nazione”. Tuttavia, altri registi precedenti l’avevano già utilizzato, magari anche senza rendersi conto, all’inizio, delle sue potenzialità. Un celebre esempio di closeup “dichiarato” è quello del personaggio di Norma Desmond nel film “Viale del tramonto”. La protagonista, quando viene arrestata, nel finale, pronuncia queste parole: “All right, Mr. DeMille, I’m ready for my close-up”. (“Va bene, sig. DeMille, sono pronta per il mio close-up”). Passando a tutt’altro genere, non possiamo non citare i film western di Sergio Leone, dove il closeup si stringe spesso sugli occhi dell’attore. E, alternativamente, sulla mano in procinto di afferrare la pistola. Lo sguardo penetrante di Cleant Eastwood è diventato un simbolo cult del cinema western. Indimenticabile il rapido passaggio da uno sguardo all’altro dei protagonisti ne “Il buono, il brutto e il cattivo“.