Aldo Agostinelli

L’atto di proprietà casa è un atto notarile che può rilasciare solamente uno studio di notai. Per dimostrare la legittima proprietà di un immobile, infatti, non basta l’atto di compravendita. Ecco perché e come comportarsi

L’atto di proprietà casa è un documento che può servire in diverse occasioni. Ad esempio per passaggi di proprietà o trasferimento della proprietà. Ma soprattutto in caso di contestazioni o di procedure particolari che abbiano come oggetto il proprio immobile. Infatti, per attestare il titolo di proprietà e rendere noto che si è i legittimi proprietari di una casa, non basta purtroppo il rogito, l’atto di compravendita o l’atto di provenienza. Occorre un atto notarile specifico, appunto l’atto di proprietà. Vediamo quindi in che cosa consiste questo documento e come rivendicare la proprietà di un immobile.

Che cosa è l’atto di proprietà?

L’atto di proprietà è un documento ufficiale, redatto da uno studio notarile, che attesta la proprietà di beni immobili. Esso specifica, in particolare, tre elementi:

  • la titolarità della proprietà del bene;
  • i titoli di acquisto che risalgono ai vent’anni;
  • tutti i gravami (come pignoramenti o ipoteche) presenti sull’immobile.

Oltre a questi tre contenuti imprescindibili, all’atto si allegano:

  • la planimetria
  • il certificato catastale di attualità
  • APE (Attestato di Prestazione Energetica)
  • i dettagli delle concessioni edilizie se la casa è stata costruita dopo il primo settembre 1967.

Come si dimostra la titolarità di un immobile?

L’atto di proprietà serve a dimostrare di essere i legittimi proprietari di un immobile quando sia necessario rivendicare tale diritto. Ad esempio, tipicamente, in caso di contestazioni legate a costruzioni che si trovano su terreni limitrofi tra vicini di casa. Infatti, come riporta una sentenza del tribunale di Cassazione (27366/16), per dimostrare di essere i legittimi proprietari di una casa bisogna

  • possedere l’atto di proprietà redatto da un notaio regolarmente;
  • dimostrare di aver ottenuto il diritto di proprietà da una persona che, a sua volta, ne deteneva legittimamente la proprietà.

In sostanza, bisogna dimostrare che la proprietà di questo immobile è stata detenuta legittimamente nei 20 anni precedenti. Dimostrare di essere i legittimi proprietari attuali non basta, così come non basta l’atto di provenienza. In alternativa, si può ricorrere all’usucapione, un istituto che dimostra che il proprio possesso della casa, sommato a quello dei titolari precedenti, ha raggiunto un totale di vent’anni.

Come avere l’atto di proprietà casa?

Come avrete intuito, la faccenda legata alla legittimità della proprietà di una casa è piuttosto complicata. Non a caso, l’unico modo per ottenere l’atto di proprietà è recarsi dal notaio che ha stipulato la compravendita immobiliare, il quale potrà fornire una copia conforme dell’atto stesso. Per chiedere l’ atto di proprietà immobile online ci si può rivolgere a specifici servizi a pagamento esistenti sul web, ma non esiste una procedura automatica come quella prevista, invece, nel caso della richiesta di una visura catastale: un atto pubblico al quale tutti possono accedere con una semplice ricerca online.

Infatti, chiunque può consultare, tramite il servizio online dell’Agenzia delle Entrate, la proprietà di un immobile. Una persona che non sia proprietaria di una casa e voglia sapere chi è il proprietario e, al contempo, ottenere la prova (ad esempio per muovere una causa) può tramite il certificato rilasciato dai pubblici registri immobiliari. Cosa diversa però è ottenere l’atto di proprietà. La Cassazione (sentenza 22339/2019) ha affermato che il diritto di proprietà, come altri diritti reali su immobili, non può essere provato solo tramite i dati presenti nei registri catastali.

Quanto può costare?

Per quanto riguarda i costi legati a questo documento, dipendono soprattutto dal tariffario del notaio. È in ogni caso prevista una imposta di registro pari al 4% nel caso di acquisto prima casa. Vanno calcolate poi imposta catastale e ipotecaria (100 euro) e iva (dal 9 al 22 per cento). È quindi difficile stabilire a priori il costo di tale operazione.

Aldo Agostinelli